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COLLEGARE DUE DEVIATORI AD UNA LAMPADINA

Quante volte vi siete chiesti come fa ad accendersi la luce del vostro soggiorno da due posti diversi, bene oggi vi spiegherò il collegamento elettrico tra una lampadina o qualsiasi altro punto luce di illuminazione e due interruttori, anzi precisiamo comunemente  li chiamate interruttori , ma quando l'accensione avviene da due posti diversi, quelli si chiamano deviatori, il nome deriva proprio dalla funzione che essi hanno : la corrente elettrica viene deviata da un punto all'altro per poter far accendere la lampadina da entrambe le postazioni dove sono installati i deviatori.
 Ok bando alle ciance ecco rappresentato un deviatore vista frontale:  visibile dall'esterno quando montato,
 vista posteriore dove vanno fatti i collegamenti elettrici: non visibile dall'esterno quando montato :





Possiamo trovare anche modelli con posizioni diverse dei collegamenti elettrici, ma hanno comunque la stessa funzionalità :



Ecco rappresentato il collegamento elettrico di due deviatori e una lampada :





 Bisogna ricordare che il neutro è sempre blu, la fase qualsiasi altro colore eccetto il giallo/verde che va usato solo per la massa e il rosso che va usato in corrente continua


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SCHEMI ELETTRICI/TOPOGRAFICI TERZA PARTE

Pulsante
Il pulsante svolge la stessa funzione dell’interruttore con la differenza che ha una sola posizione stabile; al termine della pressione del dito dell’operatore un sistema a molle richiama alla posizione di partenza i contatti ed il tasto di comando. Nell’impiantistica è utilizzabile ogni qualvolta si debba comandare un apparecchio con funzionamento ad impulsi; il caso più noto è il comando di una suoneria, ma si realizzano con pulsanti anche l’azionamento di una elettroserratura od applicazioni con attuatori come i relè, di cui si parlerà nelle pagine successive. Il pulsante ha poi innumerevoli impieghi sulle apparecchiature elettroniche; sono pulsanti i tasti telefonici, quelli dei telecomandi, della tastiera di un computer, ecc. Elettricamente esistono due versioni fondamentali

del pulsante (vedi figura accanto), la più utilizzata è definita di tipo NO (normaly open), significa cioè che il contatto è normalmente aperto. Il pulsante utilizzato negli schemi può essere identificato con la sigla “1NO” che significa: pulsante con un contatto normalmente aperto. L’altra versione è la NC (normaly closed) cioé un pulsante con contatto normalmente chiuso. Il suo impiego nell'impiantistica civile è limitato.
Figura 1


Pulsante a tirante
Figura 2
Il pulsante a tirante è costruttivamente simile all’interruttore a tirante; il suo utilizzo è particolarmente consigliato nei bagni per azionare una suoneria di allarme posta all’esterno del locale. La normativa considera questi ambienti pericolosi per la presenza di grandi quantità di acqua e impone zone di rispetto all’interno delle quali è vietata l’installazione di apparecchi di comando elettrici. Il rispetto di questa prescrizione si ottiene installando il pulsante ad un’altezza superiore ai 2,5 m e quindi irraggiungibile da persone che si trovano sul piatto doccia o nella vasca, zona di massima pericolosità. Il comando dell’apparecchio lo si effettua indirettamente mediante un pomello posto al termine della fune in materiale isolante. La fune, solitamente in nylon, può essere accorciata a piacere.

Pulsante doppio
Con pulsante doppio si intende un unico apparecchio che comprende 2 pulsanti separati sia elettricamente sia meccanicamente e che, di conseguenza, sul frontale ha due tasti di comando (vedi figura 3). Trova applicazione in circuiti di segnalazione od applicazioni similari, non dimenticando che in un solo modulo sono racchiuse le funzioni di due pulsanti distinti. Sui tasti sono serigrafate due frecce (una verso l’alto, l’altra verso il basso) perché il suo impiego tipico è il comando di tapparelle motorizzate.
Figura 3
Relé
Il relè è un dispositivo ausiliario che può svolgere numerose funzioni negli impianti elettrici. Il principio di funzionamento è basato sull’elettromagnetismo ( vedi figura 4), cioè il campo magnetico che la corrente è in grado di creare se percorre un lungo conduttore avvolto a spirale (bobina).Si sfrutta l’effetto calamita della bobina per attirare un’àncora metallica la quale determinerà il movimento di uno o più contatti; al cessare della corrente, il ritorno dell’àncora nella posizione di partenza è dato da una molla. I relè fondamentali sono due:  -relè ciclico - relè monostabile.
Ogni relè, monostabile o ciclico che sia, dovrà avere due morsetti per l’alimentazione della bobina e almeno una coppia di morsetti (se dotato di un solo contatto);più morsetti in funzione del numero di contatti posseduto. Nella scelta di un relè bisogna verificare che la corrente assorbita dal carico non superi la corrente nominale dei contatti.

Figura 4
Il relè ciclico, altrimenti conosciuto anche come relè/interruttore, dispone di una ruota sagomata chiamata “camme” che ruotando a scatti provoca con il suo particolare profilo isolante, l’apertura o la chiusura di un contatto (vedi figura 5). La camme viene fatta ruotare di uno scatto dall’àncora ogni volta che la bobina la attira verso di se. Il comando di un relè ciclico deve quindi essere ad impulsi, cioè realizzato tramite pulsanti di tipo NO. Generalmente i relè ciclici posseggono due contatti azionati da due camme sfalsate ma solidali meccanicamente tra loro in modo da dar luogo ad una sequenza ciclica tipica delle applicazioni civili che si ripete ogni quattro scatti. Questo tipo di relè e ormai quasi fuori produzione perchè a causa dell'usura la camme essendo in plastica col tempo viene compromessa, causando un mal funzionamento del relè.
Figura 5

Monostabili
Una sola posizione dei contatti è stabile, mentre l'altra si ha solamente quando è presente il segnale di eccitazione in ingresso della bobina (vedi figura 6).

Figura 6

 Bistabili
Questa categoria ha due posizioni stabili, che possono essere raggiunte con l'applicazione di un segnale su uno dei due ingressi corrispondente alla posizione. Questa funzionalità è anche detta a flip-flop. Caratteristiche di questi modelli sono l'assenza di consumo energetico per mantenere la posizione e persistenza dello stato anche dopo lo spegnimento dell'apparecchiatura che li impiega. Si dice che le apparecchiature appartenenti a questa categoria siano dotate di memoria, in quanto memorizzano il segnale che le attiva eccitando la bobina ( vedi figura 7).
Figura 7
Figura 8







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SCEMI ELETTRICI/TOPOGRAFICI SECONDA PARTE

Interruttore bipolare
L’interruttore bipolare è in grado di interrompere contemporaneamente entrambi i conduttori di alimentazione di un utilizzatore. E’ immaginabile come costituito da 2 interruttori unipolari indipendenti affiancati e vincolati da una unica leva di comando. L’apparecchio è pertanto dotato di quattro morsetti chiaramente identificati a coppie, i due di entrata ed i due di uscita:
un errore di collegamento, provocherebbe un cortocircuito ( vedi figura 1). L’interruttore bipolare non viene solitamente usato per il comando di lampade, ma lo si installa a monte di utilizzatori che si desidera separare completamente dalla rete quando non sono alimentati, ad esempio uno scaldacqua, oppure una presa. In quest’ultimo caso l’abbinamento presa/interruttore è solitamente definito “presa comandata”.

Figura 1
Schema elettrico
Deviatore
Spesso è necessario comandare una lampada da due punti distinti in modo che le manovre risultino indipendenti; ad esempio, si deve poter accendere dal primo punto, spegnere dal secondo, riaccendere dal primo e via con tutte le possibili combinazioni. Per soddisfare questa richiesta si deve realizzare un circuito concettualmente simile ad un percorso ferroviario nel quale inserire due “scambi” che prendono il nome di deviatori (vedi figura 2).
Negli ambienti di tipo civile questo impianto trova numerose applicazioni; in pratica ogni volta che si trovi un comando all’inizio ed uno alla fine di un corridoio, di una scala, di un locale con due ingressi ma anche nella camera dei bambini per permettere il comando della lampada dalla porta e dal posto letto, ecc..


                              Figura 2                                                      

Il deviatore può essere utilizzato anche come interruttore, è sufficiente collegare un conduttore al morsetto centrale ( contrassegnato con la sigla "L") e l'altro ad uno dei due morsetti liberi (identificati con le sigle "1 o 2"), l’unica variante si avrà nella posizione del tasto a riposo(lampada spenta), questa soluzione è però poco usata per questioni economiche.


Invertitore
Per accendere e spegnere una lampada da tre punti è necessario impiegare due deviatori ed un invertitore; i deviatori vanno posti nel circuito in posizione definibile di “testa” mentre l’invertitore va inserito in mezzo. Come si può rilevare dallo schema (vedi figura 3), l’invertitore è in grado di effettuare uno scambio contemporaneo di due conduttori, pertanto è un dispositivo con 4 morsetti identificati a coppie per consentire il corretto collegamento. Aggiungendo altri invertitori è possibile estendere il comando della lampada a 4, 5 o teoricamente a infiniti punti; nella realtà se si superano i cinque punti di comando si preferiscono altre soluzioni più economiche che riporto nelle pagine successive (circuiti con relé). Si rileva infatti, immediatamente, la complessità dei circuiti impieganti invertitori a causa del numero elevato di conduttori richiesti. Il comando di lampade da più punti è tipico di corridoi lunghi con diverse porte, di scale relative a più piani, di locali ampi a più ingressi, ecc.
Figura 3

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SCHEMI ELETTRICI/TOPOGRAFICI DEGLI APPARECCHI





I morsetti dell'interruttore unipolare possono avere riferimenti identificativi (vedi figura 4), ad esempio L = linea, per l'ingresso e 1 = uscita; in tal caso è opportuno rispettare le indicazioni anche se un eventuale inversione di collegamento non determina problemi di funzionamento ( molti interruttori non riportano sui morsetti alcuna sigla).
Figura 4

Comando di due lampade
Con un interruttore è possibile contemporaneamente più lampade semplicemente collegandole tra loro in parallelo (figura 5).
Figura 5

Interruttore con lampada spia
Alcuni interruttori sono predisposti per essere equipagiati con una lampada spia. La luce prodotta dalla spia è visibile tramite la lentina trasparente frontale incorporata nel tasto di comando. A seconda del tipo di collegamento effettuato si possono ottenere due funzioni distinte (vedi figura 6).
Figura 6
Interruttore a tirante                                        Figura 7
Esiste una particolare versione di interruttore per serie civili, dotato di un comando a tirante (vedi figura 7); in pratica l’utente lo manovra tirando una
fune in materiale isolante alla cui estremità è posto un pomello. Può essere utilizzato in particolari situazioni, ad esempio per motivi di sicurezza, installandolo in alto, fuori dalla portata di mano dell’operatore. Ad ogni strattone della fune l’apparecchio modifica lo stato dei contatti alternativamente (ON/OFF).

Commutatore
Una volta era disponibile un apparecchio definito impropriamente commutatore che trovava tipico impiego nel comando dei lampadari, normalmente suddivisi in due gruppi di lampade ad accensione indipendente. Si trattava di due interruttori abbinati, con alimentazione comune (apparecchio monoblocco); l’avvento delle serie componibili ha consentito di realizzare questa funzione posizionando sul supporto porta apparecchi due interruttori modulari affiancati (vedi figura 8), collegati come da schema. Con il termine commutatore oggi si intendono apparecchi che effettivamente alternano il percorso di una corrente su “vie” diverse.

Figura 8

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TECNICHE DI INSTALLAZIONE IMPIANTO ELETTRICO

Il montante si collega ai morsetti di consegna dell'ente distributore e alimenta l'impianto dell'appartamento.
La conduttura può transitare nelle cassette installate sui pianerottoli di ogni piano  del vano scala ma deve essere separata dai montanti degli altri appartamenti.
L'impianto di terra deve essere unico per tutto il condominio, può essere realizzato mediante infissione e interconnessione di picchetti nel terreno (vedi figura 2).    
    


                Figura 2                 

                                                                                         Figura 3
All'impianto di terra si devono connettere le armature metalliche dell'edificio, le tubazioni metallica entranti dell'acqua, gas ecc..., i conduttori di protezione e localmente nei bagni i tubi dell'acqua calda, fredda e riscaldamento (vedi figura 3).

Cronologia dei lavori

1- Tracciatura
2- Scanalatura
3- Posizionamento delle cassette
4- Posizionamento della tubazione
5- Chiusura della scanalatura
6- Passaggio dei conduttori
7- Collegamento apparecchi
8- cablaggio cassette di derivazioni

              
1 Tracciatura










                   
2 Scanalatura
3 Posizionamento cassette


4 Posizionamento tubazione

5 Chiusura della scanalatura

6 Passaggio dei conduttori






7 collegamenti apparecchi
8 cablaggio
















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IMPIANTO ELETTRICO CAMERA DA LETTO

La camera matrimoniale prevede l'installazione di un punto luce invertito al centro del soffitto, con comandi alla porta di accesso e ai lati del letto ad altezza sopra comodini (vedi figura 1). Sempre ai lati del letto vengono installate le prese da 10 A per le lampade da comodino e una presa telefonica, inoltre vengono distribuite ove necessario altre prese da 10 A o 10/16 A collegate ai rispettivi circuiti delle linee competenti. E' prevista anche una presa TV con relativa presa di alimentazione da 10 A.


Figura 1














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IMPIANTO ELETTRICO IN CUCINA

La distribuzione dell'impianto elettrico della cucina tiene conto della dislocazione dei mobili e degli elettrodomestici che la compongono.
Si sviluppa dalla cassetta di derivazione generale, installata nei pressi della porta di accesso, (vedi figura 1) dalla quale si estendono le linee di alimentazione dei circuiti di comando interruttori bipolari e dei circuiti prese da 10/16 A .


Figura 1 distribuzione delle linee in cucina















Dalla stessa cassette di derivazione partono le linee che alimentano i circuiti luce(vedi figura 2). E' previsto un punto luce interrotto che comanda l'accensione della lampada installata al centro del soffitto, per l'illuminazione generale del locale. Altro punto luce interrotto e previsto per l'illuminazione del terrazzo.

Figura 2















Caldaia
Alla stessa cassetta si connette anche il circuito di alimentazione della caldaia murale per l'acqua calda e il riscaldamento, collocata sul terrazzo coperto di fianco al locale cucina. L'installazione della caldaia è conforme alla norma di installazione, e di prodotto sugli apparecchi e sugli impianti a gas per uso domestico alimentati dalla rete pubblica, e quindi l'impianto elettrico di alimentazione non richiede particolari requisiti. 
Eventualmente potrebbe essere consigliabile installare in prossimità della caldaia un interruttore bipolare di comando e sezionamento per manutenzione.


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